L’inganno: il filo sottile che unisce purezza e perdizione è rosa.

Forse il nemico non è ciò che credevamo.

L’inganno è un film realizzato da Sofia Coppola, una regista molto amata, non solo per una questione di cognome, più di una volta capace di misurarsi con un’eredità importante. Questo è il primo film che vedo di cui lei è regista e ciò che mi ha attratto maggiormente sono stati sia gli attori, Nicole Kidman (Miss Martha) e Colin Farrell (Caporale John McBurney) sia la trama, essendo la trasposizione cinematografica del romanzo di Tomas Cullinan.

Attenzione perché la Coppola questa volta si è scontrata con l’ombra nientemeno che di Clint Estwood, essendo il suo film il remake de La notte brava del soldato Jonathan, di cui si vocifera, non abbia retto il livello. (Anche se quest’ultimo fu a suo tempo un flop al box office.)

Partiamo dal fatto che ho immediatamente adorato la prima scena: un bosco, nebbia, un suono che coincide con una melodia canticchiata da una bambina e poi l’apparizione della bambina stessa, che vaga indisturbata, tra alberi e cespugli alla ricerca di funghi.

Beh, miei cari, se non si tratta di atmosfera gotica, non so cosa altro sia ed ecco che è scattato il colpo di fulmine.

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Questo aspetto, ovviamente, perdura per tutta la durata del film. Ci troviamo davanti ad una sceneggiatura che ha realizzato con cura e fin nei minimi dettagli l’ambientazione, ossia la Guerra di Secessione, gli abiti e soprattutto le costrizioni.

Infatti, protagoniste di questa storia che fin dall’inizio appare conturbante e misteriosa, sono un gruppo di ragazze che vivono in un collegio nel Sud del paese, immerso nel nulla. Non proprio nel nulla, ma capitemi, in mezzo alla terra, senza anima viva per miglia e miglia. A capo di questo gruppo di ragazze, tra cui bambine e signorine, c’è Nicole Kidman che interpreta la madrina, Miss Martha,  ossia quella che si occupa di loro. La padrona insomma della villa e in qualche modo delle loro vite.

Ma non c’è solo lei, ma anche Kristen Dunst, che interpreta Edwina, ossia una donna che ha abbandonato tutto per vivere la sua indipendenza proprio in quella sorta di famiglia molto particolare e tutta al femminile.

La guerra imperversa e il pericolo può giungere da qualsiasi parte, solo ogni tanto passano da loro i soldati alleati che tentano in qualche modo di dargli aiuto e un po’ di protezione. Ma capite bene che sono sempre donne sole.

E qui viene il bello.

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Proprio la ragazzina di cui vi ho parlato all’inizio, trova nel bosco un soldato nemico e lo trascina fino al collegio. L’uomo è ferito ad una gamba ed è in condizioni gravi.

Sarà Miss Martha a decidere di curarlo e di medicargli la ferita.

Da quel momento in poi, la presenza del soldato John sarà un vero tormento per tutte.

Ognuna di loro, dalla più piccola alla più grande mette da parte il timore iniziale per un probabile nemico e comincia ad essere oltremodo ammiccante ed accondiscendente con il soldato che si sta lentamente riprendendo.

Le scene quotidiane sono molto realistiche e quelle in cui si respira aria di perdizione e di peccato, lo sono altrettanto seppur il tutto sia lievemente sussurrato.

Ed è proprio qui che sono rimasta delusa. Mi aspettavo molta più intensità e qualcosa di ancora più torbido.

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Ad un certo punto, nella scena focale, quella che distrugge tutta l’armonia che si era venuta a creare fino a quel momento tra il soldato e le sue fanciulle, mi è sembrato tutto molto frettoloso e poco pregnante.

I dialoghi sono brevi e serrati, ci sono molti momenti di silenzio e tanto viene lasciato all’intuizione di chi guarda.

– Che cosa vorresti di più al mondo?
– Essere portata lontano da qui…

Ogni figura femminile rappresenta un lato della donna: la bellezza e la purezza, oppure la provocazione e la forza, o ancora l’ingenuità e la paura. Senza dimenticare l’astuzia e l’ipocrisia.

Molto bella la caratterizzazione di queste protagoniste che affascinano per la loro varietà di sentimenti che coincide con la stessa tenacia presente in tutte, sia nel bene che nel male.

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Per molti immagino sia stato un film poco comprensibile. Ho letto di lentezza, di poca chiarezza, eppure ciò che io ho apprezzato di più sono state le atmosfere.

La maggior parte delle scene è girata al lume di candela, quindi c’è molto buio, c’è molto mistero e una buona dose di suspense.

In fondo, ad un certo punto, potrebbe apparire persino romantico con questo soldato selvatico e rude che affascina proprio per la sua diversità, le fanciulle perfette e inamidate che appartengono ad un mondo opposto al suo, eppure ho percepito fin dai primi istanti l’inganno che si nasconde dietro i comportamenti di tutti. Nessuno escluso.

Gelosia, possessione, passione, violenza, rabbia, tutte emozioni umane che sono presenti all’interno della trama ma arrivano allo spettatore non nel modo in cui dovrebbero.

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Si percepisce continuamente una sorta di sospensione, come se tutti i sentimenti, nonostante siano presenti e vissuti fino all’osso, fossero filtrati da una sorta di velo che li rende lontani, incapaci di bucare lo schermo.

Peccato, davvero peccato perché non posso negare che è il tipo di storie che prediligo e che in qualche modo mi ha ricordato The Others, capolavoro di Alejandro Amenabar.

Consiglio la visione di L’inganno a chi ama quel periodo storico, a chi preferisce le storie nettamente al femminile e a chi si lascia piacevolmente affascinare dal mistero e dall’inquietudine.

– Siete un ospite tutt’altro che gradito e non è nostra intenzione intrattenervi.
– Scoprirete che mi diverto con poco.
– Non resterete abbastanza a lungo…

Ha un finale un po’ scontato? Eh… purtroppo sì, ma forse lo è per me che leggo tanto e ne ho viste di tutti i colori, poi chissà.

Senza dubbio ci troviamo di fronte ad un film sottile, sinuoso che però manca di quel quid che mi avrebbe stravolto. Lo avrei apprezzato molto di più ma non mi sento di criticarlo più di tanto perché rientra nel genere che amo e ne rispetta gli aspetti principali.

Un uomo mezzo ferito e nove donne rinchiuse in mezzo al nulla. Aggiungete l’epoca storica particolare, la guerra, le inibizioni sessuali ma soprattutto l’attrazione che si respira tra carne e carne… e l’inganno vi sarà chiaro. Oppure no? Guardatelo!

VOTO.
Generale: ⭐⭐⭐
Emozioni: ❤️❤️❤️❤️
Riflessioni: ✏️✏️✏️
Azione: 👊
Consigliato: SI.

8 commenti Aggiungi il tuo

  1. Federica Jackson ha detto:

    Cara Antonietta, finalmente sono riuscita a leggere questa recensione…
    E’ incredibile come sei riuscita a creare sin da subito una connessione con chi ti legge… Anche io amo le atmosfere gotiche, e mi vengono i brividi se ripenso a The others, o a Ogni notte vengo da te… ❤
    Questi giorni per me sono di poche parole, ma al contrario di quel che possano pensare tutti quelli che non fanno che parlare e parlare a vanvera senza sapere quello che dicono, grazie anche alle ultime letture, devo ammettere che comincia a piacermi il suono del silenzio. So che mi capisci…
    Un abbraccio forte forte! :*

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    1. antoniettamirra80 ha detto:

      Carissima Federica, sono strafelice che questo tipo di atmosfere piacciano anche a te e sai quanto io ti ringrazi ancora per le splendide parole che hai dedicato al mio romanzo.
      Per quanto riguarda il silenzio, non immagini quanto io possa capirti. Da sempre l’ho preferito a tante cose. Quindi so benissimo cosa intendi.
      Un abbraccio forte! ❤

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  2. Federica Resta ha detto:

    ❤ ❤ ❤

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  3. Carlo Croce ha detto:

    Mi è piaciuto! Soprattutto le atmosfere, la luce, l’ambientazione, i volti. Per quanto riguarda al trama, be’, ci sono due film: una commedia e un grottesco.

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    1. antoniettamirra80 ha detto:

      Concordo, ho adorato le luci e le atmosfere, ho amato l’aspetto prettamente gotico che ne è venuto fuori. Che poi ci sia un pizzico di commedia e di grottesco, è vero.

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    2. antoniettamirra80 ha detto:

      Anche a me sono piaciute le stesse cose, e sono d’accordo con te sul lato divertente e quello più grottesco.

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  4. A. ha detto:

    Ho visto “La notte brava del soldato Jonathan” del 1971 (tratto da “The Beguiled”, 1966), con Clint Eastwood…
    Il film di Sofia Coppola resta solo un pallido remake di quello di Don Siegel: consiglio di guardare quello del ’71 piuttosto che questo qui del 2017, o guardarli entrambi, così si vede la differenza!

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    1. antoniettamirra80 ha detto:

      È una cosa che mi sono promessa di fare proprio per capire cosa in questa versione non è andata bene!

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