WestWorld, (Lisa Joy, Jonathan Nolan, J.J. Abrams, 2016-2020), è una produzione incredibile, qualcosa che se non la vedi, è difficile spiegare sotto tanti punti di vista.
È un’evoluzione del concetto di robot e di computer che produce un mondo dove tu, essere umano, puoi giocare con persone che sembrano umane ma in realtà sono robot.
L’ambientazione è quella del FarWest, e questo permette che possa accadere qualsiasi cosa. E inoltre, la strutturazione è quella di un parco immenso collocato in un luogo indefinito, di cui non conosceremo mai le coordinate, e a cui si accede attraverso un treno privato che porta direttamente in questa spettacolare dimensione.
Il parco è stato inventato da un uomo, Ford, (Anthony Hopkins), che progetta queste creature ormai da anni.
Le progetta in modo che siano perfettamente uguali agli esseri umani e che siano il loro diletto.
Una persona normale, quindi, pagando, può entrare nel parco, in questo FarWest autorizzato, vestirsi come gli abitanti dell’epoca, avere una pistola, e fare tutto quello che vuole, soprattutto uccidere. In fin dei conti ucciderà soltanto dei robot, o almeno questo è quello che appare.
Dietro questa macchina si muovono centinaia di persone, ognuna con un compito ben preciso. È veramente un mondo a parte, una realtà nella quale ciò che conta sopra di ogni altra cosa è il piacere dell’ospite, quindi di chi paga per entrare e la sua voglia di superare qualsiasi limite.
Questo comporta, oltre che uccidere, anche picchiare, stuprare, rubare, fare qualsiasi cosa passi per la testa all’ospite che, al contrario, dei residenti, (così vengono chiamati i robot a loro disposizione), NON possono assolutamente essere uccisi.
Dolores, (Evan Rachel Wood), è uno dei residenti principali. Attraverso i suoi occhi vediamo cosa succede esattamente in questo luogo e cosa in realtà pensano i residenti.
L’idea di base, ovviamente, è quella che ogni residente pensi soltanto quello che i suoi creatori hanno deciso di fargli pensare… Tutti i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue azioni, sono studiate nei minimi particolari per essere perfette e per risultare realistiche e credibili… Ma cosa accade se da un giorno a un altro, i residenti capiscono che sono semplicemente comandati da qualcun altro e iniziano a reagire?
WestWorld è bellissimo come poche serie TV.
Il mondo creato è affascinante, talmente vertiginoso e tragico da strapparti il cuore.
Ciò che ti conquista, non sono gli ospiti, gente come noi, bensì i residenti, questi esseri creati per esseri immortali, creati per essere picchiati, usurpati, derisi, stuprati, uccisi e per poi essere aggiustati, come si aggiusta una qualsiasi macchina e rimessi di nuovo in gioco.
È questo quello che fanno ai residenti. Gli guariscono le ferite, perchè in fondo sono macchine, e gli azzerano la memoria ogni volta che vengono uccisi, perchè la storia, all’interno di Westworld, si ripete all’infinito per la gioia e il dolore di chiunque voglia parteciparvi.
A cosa serve tutto questo?
Inizialmente vi faranno credere che l’utilità di un luogo del genere, quasi ludico, risiede semplicemente nell’intrattenimento dei paganti. Chi partecipa può sfogarsi, può mettere fuori tutta la sua rabbia, il suo odio, il suo rancore, può cercare il piacere oppure il dolore, e tutto gli sarà concesso.
In altre parole, lì sarete quello che vorrete essere. I vostri demoni interiori potranno prendere il sopravvento senza nessuna ripercussione.
Nessuno saprà mai quello che avrete fatto lì dentro, tranne voi e la vostra coscienza.
L’idea non è male, non vi pare? Sarebbe bello se fosse davvero così, in realtà c’è qualcosa che non torna.
Un mondo del genere, non può esistere senza la pressione di tanti interessi alle spalle, da quelli economici, sociali, psicologici e politici.
Un posto del genere esiste non per far felice l’essere umano, per renderlo libero, come vuole far credere.
Esiste per studiarlo, per analizzarlo, per comprenderlo e poi per riprodurlo in nome dell’immortalità.
Westworld esiste per capire come funziona l’essere umano e per replicarlo il più fedelmente possibile. La morte non è più un ostacolo fino a quando non lo diventano gli stessi residenti, convinti di poter pensare e decidere anche al di sopra di ciò che gli è stato comandato.
Le ambientazioni si diversificano e spaziano tra decine di luoghi. I personaggi sono molteplici e tutti interessanti.
Una storia che non annoia, che colpisce sia per la natura delle trame, sia per le riflessioni che ne scaturiscono.
Gli episodi, soprattutto quelli iniziali, sono pieni di citazioni letterarie.
È un format culturalmente elevato, che si pone lo scopo di capire fin dove l’uomo è disposto ad arrivare per combattere e vincere la morte.
Ma è soprattutto una storia sui desideri più oscuri dell’essere umano, sulle sue paure, sulle sue voglie, sulle sue depravazioni.
È oscuro, spregiudicato, tagliente, disperato, e spietato. È puro istinto senza alcun limite. Sesso e morte la fanno da padroni.
Un luogo in cui tutto può accadere diventa un luogo in cui è impossibile, una volta dato da mangiare ai nostri mostri, farli scomparire.
La belva avrà sempre più fame fino a quando non verrà uccisa. Perché poi non ci basterà il sesso e poi le botte e poi la morte. Noi vorremo essere un Dio deflagrante.
Non sarà più quindi Residente contro Ospite.
Ma Robot contro Uomo.
E infine, Uomo contro Uomo.
Per non morire.
Disponibile su Sky Atlantic.
VOTO.
Generale: ⭐⭐⭐⭐⭐
Riflessioni: ✏️✏️✏️✏️✏️
Emozioni: ❤️❤️❤️❤️❤️
Azione: 👊👊👊👊
Suspense: 😮😮😮
Consigliato: SI.