The Last Of Us: forte impatto scenico, un po’ meno quello emotivo.

The Last Of Us, (Sky Atlantic, 2023), è una serie che colpisce soprattutto nelle prime puntate. Ne hanno fatto una pubblicità devastante, definendola, la serie dell’anno. E in effetti, le prime puntate sono davvero molto belle e riuscite. Complice anche la scelta degli attori che dimostrano grandi qualità interpretative e di certo non sono dei novellini sul grande schermo.

Ci troviamo, ovviamente, in un mondo distopico. Personalmente adoro gli scenari distopici di questo genere, quando il mondo rimane lo stesso ma diventa diretta espressione di una devastazione senza tempo. Non mi piacciono le trame fantascientifiche, ma quelle distruttive sono pane per i miei denti. Scatafascio e rovine mi fanno impazzire.

Un tempo indefinito nel quale a prendere il sopravvento sugli esseri umani sono i funghi, le così dette spore. Insomma, uno dei tanti virus, estremamente intelligenti che aggrediscono il sistema nervoso dell’individuo fino ad appropriarsi del suo cervello e alla fine controllarne mente e corpo.

Vaghi ricordi ci riportano alla serie ben più vecchia e affermata, The Walking Dead, perché anche lì gli esseri umani si trasformavano in zombie, però, in quel caso, il cervello lo perdevano, si spegneva letteralmente. 

Qui, invece, la situazione è all’opposto. Il cervello funziona, eccome, ma è controllato da queste spore che sono tutte collegate tra loro e che mettono radici persino nel suolo.

Insomma, le prime scene spiegano in modo accurato ciò che effettivamente sta avvenendo nel mondo a causa di questa invasione.

Il protagonista, Joel, (Pedro Pascal), è un uomo che perde subito sua figlia, proprio nelle prime puntate, le rimane solo la donna che ama e il fratello che presto andrà via. Non si perdona la morte della ragazzina e da quel momento, la sua sarà una lotta alla sopravvivenza senza però più grandi convinzioni, soprattutto dopo che anche la donna che ama morirà.

A Joel resterà soltanto Ellis, (Bella Ramsey), una ragazza in piena crisi adolescenziale, furba e sboccata, che lui ha il compito di proteggere. Lei è la chiave per sconfiggere definitivamente il virus, in quanto sembra essere immune al loro veleno, nonostante sia stata morsa. Joel ha il compito di condurla da chi si occuperà di lei nel modo adeguato e nel frattempo riuscirà anche a salvare tutti gli altri grazie alla sua miracolosa immunità.

Le prime puntate sono avvincenti, ho apprezzato molto gli scenari perché mi hanno ricordato quelli di The walking dead. Per certi versi, ho trovato anche molte somiglianze, seppur in questa serie ci sono pochi personaggi, e molte scene d’azione e di spostamento.

All’inizio, Joel non sa dove portare Ellis, durante il loro viaggio, capirà piano piano, qual è la vera destinazione.

Con il passare delle puntate, la storia perde un po’ di mordente. Il ritmo rallenta e anche gli scenari, i dialoghi, gli scontri non sono più come all’inizio. C’è una sorta di sospensione che di solito riguarda tutte le storie di questo genere perché ovviamente non possono essere adrenaliniche dall’inizio alla fine, sarebbe impossibile.

Ho letto da qualche parte che finché la serie si è discostata dal videogioco, era migliore, appena, e parlo della seconda parte e del finale della prima stagione, ha cominciato a riprendere pedissequamente l’intreccio del videogioco senza introdurre alcuna differenza né licenza poetica, ha cominciato a diventare monotona e a perdere di attrattiva.

Il finale resta comunque molto bello e intenso. Vedremo come Joel ed Ellis scopriranno che in realtà la destinazione non è un posto così sicuro per lei e che nessuno vuole salvarla veramente, vogliono, invece soltanto approfittarsi di lei e usarla rischiando persino di ucciderla.

Vale la pena di arrivare al finale perché ti lascia addosso la curiosità di scoprire che cosa faranno adesso Joel ed Ellis, rimasti completamenti soli e senza nessun posto sicuro dove andare. 

Ormai non possono fidarsi di nessuno e devono contare solo sulle loro forze.

La psicologia dei personaggi è interessante soprattutto considerando il rapporto tra i due protagonisti. Appartengono a due mondi diversi, hanno due caratteri diversi e sono due persone forti e rabbiose allo stesso tempo, che non si arrendono e dimostrano di incarnare i veri sopravvissuti.

Entrambi hanno vissuto le loro tragedie, e si scontrano molto spesso all’inizio, la verità è che non vanno d’accordo perché nessuno dei due vuole stare con l’altro. Lui non si fida di lei e lei non si fida di lui eppure è vero che la miseria e la paura di morire unisce anche le anime più distanti.

Finiscono per proteggersi a vicenda e nessuno intende lasciare l’altro. Il loro rapporto da controverso si trasforma in profondo e l’odio diventa amore genitoriale e filiale. Sono come padre e figlia, sanno che la vita dell’uno dipende dall’altro, in egual misura, perché nessuno dei due è migliore dell’altro, sono entrambi forti.

Una prima stagione che lascia il segno. La trama non è completamente originale, ma gli attori e la regia, contribuiscono a rendere la visione interessante. Insomma, ne vale sicuramente la pena.

VOTO.
Generale: ⭐⭐⭐⭐
Azione: 👊👊👊👊
Emozioni: ❤️❤️❤️
Suspense: 😮😮😮
Riflessioni: ✏️✏️✏️
Consigliato: SI.

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