Il sindaco del Rione Sanità: il teatro fa l’arte del cinema.

Il sindaco del Rione Sanità, (Mario Martone, 2019), è la trasposizione cinematografica della commedia di Eduardo De Filippo, già portata nei teatri dallo stesso regista.

Insomma, una storia che ricalca la rappresentazione teatrale e che si avvale di un cast di attori che incarnano perfettamente i ruoli che sono chiamati a interpretare

Don Antonio Barracano è il protagonista. È un boss che non amministra il crimine, ma la giustizia, facendo riferimento a una scala di valori e di leggi assolutamente personali.
La sua idea è quella di far rispettare la legge da tutti, perchè tutti devono rivolgersi a lui e nessuno può agire di testa propria.

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Secondo lui, in questo modo, ci saranno meno crimini e più pace tra i criminali e la gente comune. Insomma, un ideale piuttosto utopico che egli tenta di portare avanti grazie al dottore Della Ragione, il medico che si occupa di guarire tutti i criminali che si rivolgono al boss, evitando, ovviamente di finire in ospedale dove sarebbe difficile spiegare come si sono procurati le loro ferite.

La vita apparentemente tranquilla del boss subisce una scossa quando a lui si rivolge un giovane che ha dei grossi problemi con il padre.
Il fatto è che questo ragazzo, a causa di alcuni dissapori che riguardano l’attività paterna e i soldi, ha deciso di voler uccidere il padre perchè l’uomo lo ha messo alla porta, minacciandolo di tenerlo fuori dalla sua eredità.

Il boss, inizialmente contrario a qualsiasi tipo di azione forte contro il giovane o contro suo padre, tenta in tutti i modi di convincere il ragazzo a cambiare idea. Senza purtroppo riuscirci, ecco perchè, è costretto a rivolgersi direttamente al padre.

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Un finale inaspettato che lascia con l’amaro in bocca come sempre accade per le opere di De Filippo.
Lo scenario criminale è simile a quello di Gomorra, ma l’intento è diverso. È quasi come se questo film fosse un modo per ridicolizzare la moda tanto diffusa che ha creato Gomorra e realtà simili.

Qui, il boss non sempre vince, anzi. È un uomo come tanti e particolarmente umano.
Legato prima di tutto alla sua famiglia, ai suoi figli, e ha davvero poco della crudeltà e brutalità che siamo abituati a vedere nelle serie tv tanto famose.

È un uomo che cerca in tutti i modi di ovviare alla violenza, che non usa la forza, ma piuttosto l’ingegno.
Purtroppo sarà proprio la sua grande umanità, l’affetto che nutre per i suoi cari e per i suoi amici/cittadini/criminali che tenta sempre di proteggere, persino da loro stessi, che lo porterà ad affrontare ostacoli difficilmente superabili.

Gli attori sono molto bravi, la loro recitazione è molto vicina alla prosa teatrale e anche le ambientazioni sono poche proprio perchè ricalcano le scene del teatro.
Questo film è davvero bello, proprio perchè diverso dai film normali. È qualcosa in più, che non si esaurisce semplicemente in una scena da film, ma che fa riflettere. I suoi discorsi sono lucidi, pregnanti, pieni di logica e di drammaticità.

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Come sempre c’è quel pizzico di malinconia, di tristezza che si cela dietro alle battute anche più divertenti. C’è la volontà di insegnare qualcosa a chi guarda, di farlo riflettere sul mondo che viene rappresentato, un mondo che ormai appartiene a tutti e con cui tutti dobbiamo fare i conti.

Sia chiaro, quindi, che guardando questo film, non vi troverete davanti una versione di Gomorra, ma bensì qualcosa di molto diverso, che pur partendo dalla stessa base, evolve in modo differente, mostrando più che la crudezza di quel mondo, la sua debolezza, la sua speranza, e la sua umanità ferita.

VOTO.
Generale: ⭐⭐⭐⭐
Riflessioni: ✏️✏️✏️✏️✏️
Emozioni: ❤️❤️❤️
Azione: 👊👊

Suspense: 😮
Consigliato: SI.

Lacandina-Sito

 

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