Toy Boy: bello ma non balla.

Toy Boy, (Atresmedia Television, 2020), è decisamente una serie che non ti aspetti. Una produzione apparentemente fallimentare che a parte la presenza dei sottotitoli che sono alquanto fastidiosi, riesce a coinvolgerti e farti fare un numero considerevole di domande. E cosa ancora più importante, non annoia e ti sorprende molto più spesso di quanto immagini.

Hugo è uno spogliarellista, ha un gruppo di colleghi e amici a cui è molto legato ed è coinvolto in una relazione di sesso con Macarena Medina, una donna che appartiene a una delle famiglie più ricche e potenti di Marbella.

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L’ambientazione è il primo elemento che salta agli occhi. Spiagge piene di ragazzi, bei corpi da guardare, gioventù, alcol e droghe da vendere.
Hugo sembra avere una vita perfetta, non gli manca nulla, finchè una notte viene coinvolto in un omicidio.

Viene accusato della morte del marito di Macarena e passa diversi anni in carcere.
La serie inizia con lui che viene liberato e da questo momento in poi iniziano le sue indagini personali su chi lo abbia inchiodato perchè sicuramente non è stato lui a compiere quell’omicidio.

Numerosi sono i misteri che coinvolgono la vita dei personaggi.
Il cadavere trovato sulla barca di Hugo e che lo ha fatto incriminare, è bruciato e non ha la testa, indi, ben presto si scoprirà che non è il marito di Macarena ma qualcun altro.
Ad accompagnare Hugo nelle sue indagini sono gli amici da cui non si separa mai e una giovane avvocatessa che prende a cuore sia lui che il suo caso.
Purtroppo anche lei, come chiunque in questa storia, è una pedina nelle mani di qualcuno di molto più potente che sta muovendo i fili di queste marionette all’oscuro di tutto.

C’è più di un burattinaio che trama nell’ombra e più di un segreto celato nel buio.
Le premesse non sono male e c’è da dire che la storia offre molto di più di quattro corpi perfetti da guardare e scene di sesso un po’ troppo spinte che risultano rocambolesche.

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Gli episodi che compongono la prima (e per ora unica) stagione si snodano lungo un lento groviglio di trame malavitose e misteri irrisolti da quasi dieci anni. Nel corso delle puntate non smettono infatti mai di comparire e guadagnare il centro della scena nuovi personaggi, ognuno dei quali apporta inaspettati cambiamenti all’andamento del caso investigativo e rivelando un sotterfugio ancora più subdolo rispetto a quelli sinora presentati.

C’è un continuo scambio tra sentimenti, emozioni, depravazioni, soldi, piacere e droga. Non mancano aspetti contrastanti come l’omosessualità e il tradimento, la morte e l’omicidio, fino alla pedofilia.

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È evidente che in questa serie così apparentemente innocua ci siano fin troppi elementi che a volte stonano.
È come se chi l’ha creata volesse truccare da donna il volto di una bambina, questo per dire che c’è troppa carne al fuoco che un prodotto del genere non riesce a reggere.

Diventa così quasi una parodia di se stesso, risultando esagerato e poco credibile.
Troppi argomenti, anche seri, che si mescolano e ai quali, per ovvie ragioni, non viene dato il giusto spazio.

Concludendo, non è una serie da buttare, ma da guardare con la giusta prospettiva.
Ha la capacità di intrattenere e di far riflettere, di distrarre e di impegnare la mente, ma bisogna guardarla con la consapevolezza dei suo risvolti a volte davvero paradossali e quindi incapaci di creare una vera empatia.

Disponibile su Netflix.

VOTO.
Generale: ⭐⭐ ½
Riflessioni: ✏️✏️
Emozioni: ❤️❤️
Azione: 👊👊
Suspense: 😮
Consigliato: SI.

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