Tutti i soldi del mondo: quanto vale la tua vita?

“Per poche cose nella vita vale la pena pagare un prezzo alto.”

 

Tutti i soldi del mondo, (Ridley Scott, 2017), è un film che tratta di un evento realmente accaduto: il rapimento del giovane Paul Getty III nel 1973.
Il giovane, una sera come tante, cammina per le strade di Roma, incontra prostitute, si bea della sua condizione sociale altamente qualificabile a dispetto della povera gente comune e gode del suo aspetto fisico così angelico e principesco.

Passeggia, chiacchierando senza voglia, senza sapere cosa esattamente vuole, condizione questa, che probabilmente rispecchia tutta la sua esistenza, e poi, all’improvviso, un furgone si ferma, lo attira con una scusa e lo rapisce.

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Insomma, per dirla in parole povere, il giovane non ci fa molta simpatia, non riesce a catturare benevolmente la nostra attenzione. E non lo farà nemmeno in seguito. Rimarrà un personaggio, seppur il principale, piuttosto maccheronico, artefatto, poco credibile. Uno spaventapasseri messo lì, senza sapere il perchè. Ecco il motivo per cui quando viene rapito, non siamo coinvolti più di tanto.
Ma passiamo oltre.

I rapitori, italiani, lo rinchiudono in un casale abbandonato in attesa di nuovi ordini.
La madre del giovane, (Michelle Williams), viene informata del riscatto di 17 milioni di dollari. Una cifra da capogiro che lei non possiede.
Il padre del rapito, è un uomo senza arte nè parte, che ha lasciato moglie e figlio per vivere allo sbando in Marocco con i soldi del padre, il ricco Jean Paul Getty, (Christopher Plummer), magnate del petrolio e appunto, uomo più ricco del mondo.

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La giovane madre si rivolge al vecchio con la speranza che l’uomo, sapendo che il nipote è stato rapito, accetti di buon grado di pagare il riscatto.
Beh, non è assolutamente così.

Il vecchio dichiara alla stampa e a tutto il mondo che non pagherà assolutamente nulla perchè se cominciasse a pagare, tutti i suoi nipoti, 14 per l’esattezza, verrebbero rapiti e lui dovrebbe passare la vita a pagare riscatti.
La sua dichiarazione sconvolge il mondo intero e mette in crisi la madre del rapito perchè non sa assolutamente come riportare suo figlio a casa. Per tenere sotto controllo la situazione, il vecchio mette al fianco della giovane donna, un ex agente della CIA, (Mark Wahlberg), a capo della sua sicurezza, considerato il migliore nel campo.

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Il film avanza in modo lento e piuttosto prevedibile.
Il rapimento, la presenza dei rapitori calabresi, la loro accennata umanità, soprattutto di uno di essi, e l’indifferenza del giovane Paul, che nonostante sia stato rapito, sembra sempre avere la stessa espressione e un distacco angelico snervante, appare piuttosto artificiale. Insomma, si nota che stanno recitando, o forse è meglio dire che non convincono fino in fondo, perchè nei loro volti manca la disperazione, la rabbia, la paura e la determinazione che ci aspetta da persone che vivono una situazione simile.

Lo madre appare più convincente mentre lotta contro il muro di indifferenza alzato dal vecchio che continua a non voler pagare il riscatto e addirittura si rifiuta di incontrarla.
L’agente della CIA, invece, che dovrebbe essere il migliore nel risolvere questa situazione, appare fuori posto, per nulla convincente e poco credibile.
Sembra quasi un estraneo, non buca lo schermo, non provoca alcun tipo di emozione in chi guarda, quasi come se non partecipasse a ciò che sta accadendo, rimanendo ai margini.

Infine, il vecchio è l’unico degno di nota.
Le sue brevi apparizioni sono quelle più intense, bastano poche parole e l’attenzione dello spettatore è conquistata.
Un personaggio che rende credibile la sua figura, tutta concentrata sull’amore per l’arte e apparentemente così lontana dall’affetto familiare e dal bene comune.

In altre parole, il vecchio Getty convince mentre gli altri, no.
Sono le sue frasi a rendere corposa la storia; le sue parole a dare un senso a una vicenda che appare assurda e anche un po’ scontata nel finale.

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Questo film non ha nulla di particolarmente coinvolgente. In linea di massima non ti rapisce, non cattura l’attenzione con la sua suspense o con i suoi colpi di scena. A un certo punto è tutto molto prevedibile; però, anche se ti rendi conto di questo, ti rimane comunque addosso, la voglia di scoprire come va a finire.

L’elemento della storia vera ovviamente contribuisce a renderti interessato a questa vicenda, proprio per il suo realismo e la sua assurdità, ma certo non puoi far finta di non notare che il rapimento in sè, che dovrebbe essere l’elemento più adrenalinico, quello su cui si basa l’aspetto più emozionale del film, è piatto e monotono.
Per fortuna c’è il vecchio a salvare tutto.
Solo per lui vale la pena di guardarlo.

Disponibile su RaiPlay.

VOTO.
Generale: ⭐⭐ ½
Riflessioni: ✏️✏️✏️
Emozioni: ❤️❤️
Azione: 👊
Suspense: 😮
Consigliato: SI.

locandina

 

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